330 GT Registry

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IL "POKERISSIMO"
di Pininfarina

Il geniale carrozziere torinese ha "vestito" nel 1964 ben cinque tipi di
Ferrari riconfermandosi all'avanguardia anche In campo sportivo

L'orgoglio' di un popolo - l'unica forma di orgoglio che oggi non laccia sorridere o temere - affonda le proprie radici nello capacità produttive del popolo stesso, lungi da ogni vuoto sciovinismo e da ogni esaltazione belli cistica che macchia senza incidere Il tessuto della storia. ,Ogni nazione emerge e sa farsi apprezzare per la bontà, per la positività del lavoro della sua gente, per la valentìa e l'arte dei suoi esponenti migliori.


I cinque assi del «pokerissimo » de Pininfarina. Nella foto grande, la «Superfast », accarezzata da Ingrid Schöller.
Nelle foto piccole, da sinistra e dall'alto, il
coupè 330, la berlinetta GTB, la... famigerata Le Mans e lo spider GTS

Si dice che la misura del tempo sia un'arte svizzere; si riconosce ai francesi il primato nella « haute couture », nell'alchimia dei profumi, nell'arte vitivinicola; si portano ad esempio I tedeschi per il loro esasperato tecnicismo, affiancato da un lucido raziocinio In ogni realizzazione. Ebbene, se ci il consentito, vorremmo aggiungere che gli Italiani vanno famosi nel mondo non solo per quella nomea di romantici sognatori e di dongiovanni che pur sempre li accompagna, ma'anche e soprattutto per quella loro primogenitura nella tecnica e netta. eleganza automobilistica. Una tecnica eccezionale, sopraffina: da anni, diremmo da sempre, l'Italia ha fatto dell'automobile il proprio cavallo di battaglia a produce motori fra I migliori del mondo, I migliori, anzi, da molti anni a questa parte, se è vero, come è vero, che anche nell'anno di poca grazie (per l'automobilismo e per le tasche di molti) che volge alla fine, abbiamo vinto, grazie a Ferrari, l'ennesimo campionato del mondo. L'ultima cosa cha lo strapotere delle nazioni più forti non ancora riuscito a strapparci: la carta moneta nona può se non c'è l'ingegno. Da anni, dunque, costruiamo le macchina più potenti e più veloci. E da anni anche le macchine più belle, stilisticamente perfette. C'è gente a Torino che modella l'acciaio sulle carni metalliche di queste vetture con maggior finezza ed eleganza di un Balmain o di un Balenciaga. Perché non andarne entusiasti? Entusiasti per ciò che abbiamo già visto e che vedremo a Torino. Entusiasti per quelle cinque-macchine-cinque, altrettante vedette di uno spettacolo sensazionale, che sono sfilate sulle passerelle di tutti i saloni quelle vetture che abbinano ad una veste da sogno una meccanica da fantascienza.

Le abbiamo nella memoria quelle macchine, le ultime cinque macchine di una serie favolosa: Le Mans, la vettura sportiva che vince dovunque: Superfast, la macchine da mille e una notte; 330, il « landeau » per la gite di, famiglia del duemila; la GT berlinetta e la GT « spider » i due gioielli di Parigi che finalmente anche il pubblico di casa nostra porta ammirare ed apprezzare a Torino. Cinque macchine nate dalla collaborazione fra due uomini Ferrari e Pininfarina. L'uno plasma potenza, l'altro disegna eleganza. Pininfarina, l'architetto delle automobili, lo stilista che ha lanciato nel mondo una « moda » automobilistica tipicamente italiana,  ammirata, invidiata. copiata da tutti, l'uomo che in un mondo ormai interamente meccanizzato, ove tutto viene costruito in serie, a « cliches », si e opposto al generale livellamento e ha voluto creare qualcosa di nuovo, di personalizzato, che recasse il segno del gusto e della cultura di un popolo.

Pininfarina ha sconvolto i canoni del primo novecento quando la carrozzeria aveva un'importanza puramente strumentale, un involucro purchessia, buono a coprire le parti meccaniche. Pininfarina ha trasformato quelle anonime lamiere in qualcosa di funzionale, ha dato a  quel pezzi amorfi un'eleganza e un segno di distinzione. Egli inoltre e stato fra i pochi ad aver fede nello sport, anzi, l'unico carrozziere che  in un anno abbi vestito cinque esemplari di Ferrari. Quelle vetture che vincono a Le Mans e sul circuiti di tutto il mondo, quelle vetture che con gli stessi motori e con altrettanta grazie e signorilità vediamo sfilare sulle nostre strade. Dove la gente si volta ancora per fischiare al passaggio di una bella ragazza e allo stesso modo - esterno dilemma - al passaggio si una bella macchina, si volta per mormore la propria ammirazione.

A. R.